lunedì 27 agosto 2018

Crocchette di zucchine





Fine agosto. Tempo di rientri, di primi temporali, di aria che si fa più fresca al mattino. Sono giornate che hanno ancora il sapore del mare sulla pelle, ma che odorano già dell’autunno incombente. Si rientra al lavoro, tra poco inizia scuola e si fa sentire un po' di malinconia da fine vacanze.
E allora per combattere la tristezza torno a voi con una delle mie ricette, facile facile ma buonissima: crocchette di zucchine! Pochi ingredienti, si preparano in un lampo e possono essere cotte sia friggendole che al forno, per una versione più light.
Se fritte, le crocchette avranno un aspetto più dorato e si cuoceranno più in fretta, al forno probabilmente rimarranno più morbide e chiare, ma non saranno meno gustose!
Io mi sono concessa un peccato di gola per l’ultimo giorno di vacanze e le ho fritte, considerandole un piatto unico, accompagnandole con un’insalata di pomodori, peperoni e cipolle rosse, molto light e condita con solo sale, limone ed erba cipollina.
Ma bando alle ciance, eccovi la ricetta.

Dosi per circa 12/15 crocchette
4 zucchine medie
3 uova
20 g di parmigiano
Pangrattato quanto basta per ottenere un impasto umido e leggermente colloso e in grado di formare le crocchette (aggiungetelo poco alla volta mentre impastate fino ad ottenere la consistenza ideale) e per l’infarinatura finale delle crocchette.
Sale, pepe e spezie a piacere
Olio di semi per friggere (non serve se le cuocete in forno)

Tagliate le zucchine a julienne o a dadini molto piccoli e mettetele in una ciotola abbastanza capiente. Aggiungete le uova, il sale, il pepe e le spezie a vostro piacere e iniziate ad impastare aggiungendo via via il pangrattato. Io consiglio di impastare con le mani in modo da sentire la consistenza dell’impasto. Quando vi sembrerà abbastanza umido e colloso sarà pronto. Scaldate un po' di olio in una padella, sufficiente per potervi immergere le crocchette almeno per ¾. Io ho utilizzato un wok, in modo da dover usare meno olio. Con l’impasto formate delle crocchette più o meno circolari e passatele nel pangrattato e quindi immergetele nell’olio bollente. Fate friggere fino a che saranno dorate, quindi giratele per farle dorare anche sull’altro lato. Prima di servirle ponetele su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso.
Se le volete cuocere in forno, una volta formate le crocchette e averle passate nel pangrattato disponetele su una teglia foderata con carta da forno e mettete a cuocere a 180-200°C fino a quando saranno rassodate e dorate.

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domenica 5 agosto 2018

Festa dell'Unicorno 2018



Nella settimana più difficile dell’anno, quella che mi porta alle desideratissime ferie di agosto, ripenso con un pizzico di nostalgia allo scorso weekend, quando siamo stati per la prima volta a Vinci (FI) per la Festa dell’Unicorno. Per la prima volta in tutti i sensi, perché non solo non eravamo mai stati alla Festa, ma non eravamo mai stati a Vinci.
Per gli amanti del fantasy, del medievale, di cavalieri, streghe e rievocazioni, la Festa dell’Unicorno è un evento imprescindibile dell’estate; un anticipo di quello che sarà il Lucca Comics.
Quindi la cittadina di Vinci viene chiusa al traffico, riempita di bancarelle e stand in ogni dove e le strade e il borgo presi d’assalto da migliaia di visitatori, tra semplici curiosi, appassionati e cosplayer.
Come dicevo quest’anno abbiamo partecipato anche noi e queste sono le mie impressioni.

Chiusa in ufficio con il climatizzatore acceso ancora porto i segni della cosa veramente destabilizzante dello scorso weekend è stata il caldo: devastante! Ho le spalle scottate e il viso irritato dove gli occhiali toccavano la pelle. Si boccheggiava sabato in serata ma soprattutto domenica. Abbiamo rinunciato a metterci in cosplay perché la sola idea di vestirci, truccarci e indossare parrucche ci faceva stare male. Ho stimato tantissimo i coraggiosi che hanno sfidato le temperature torride e animato la festa. Un vero peccato però ce lo aspettavamo.
Pollice su, invece, per l’organizzazione: ottima. Punto. Parcheggi comodi, ben segnalati e ben gestiti (ok si parcheggiava in un campo con il terreno un po' sconnesso ma ho visto di peggio a varie feste della birra). Non abbiamo nemmeno fatto coda per prendere i biglietti. Stuard simpatici e disponibili, insomma pienamente approvati!

Per il resto … che dire? Vinci è carinissima, un piccolo gioiello arroccato su una collinetta. Ovviamente non siamo riusciti a vedere bene la città perché era invasa da persone e bancarelle, ma quel poco ci ha regalato degli scorci notevoli. Lui ne ha approfittato per fare qualche foto, io non ne avevo voglia e ho lasciato la Canon a casa. Le bancarelle erano molte e molto varie, dalle più classiche con fumetti, Popz e oggettistica standard, a quelle a tema, dove si potevano trovare abiti e armi da rievocazione e LARP, articoli di pelletteria e in acciaio per armature varie, oggettistica a tema fantasy; e non mancavano gli stand gastronomici che distribuivano sangria, vino, arrosticini e porchetta. Ahimè ci aspettano giorni di dieta rigidissima ma … we regret nothing!

Ma la cosa più bella dell’Unicorno è sicuramente il clima che si respira, piacevole, rilassato, con molta voglia di fare festa. Alla fine la Festa dell’Unicorno è come una Lucca in una location più ristretta: moltissimi i cosplayer e molte le facce note. Persone che magari abbiamo visto e conosciuto in vari eventi qui e là, erano tutti concentrati qui. Abbiamo visto persone che frequentiamo spesso come persone che abbiamo solo sentito nominare sui social. E non so se era il caldo o l’avvicinarsi delle ferie, ma c’era il clima tipico di una festa di mezza estate etutti erano in vena di party hard! E chissenefrega di chi era in cosplay e chi no, di chi è bravo e “vip” e chi no, si era tutti insieme e con la voglia di divertirsi. Punto. Sabato sera poi con l’aumentare del tasso alcolico è decisamente aumentata anche l’ignoranza (XD) e se non c’eravate … beh … shame! Shame! Shame!
Insomma, alla Festa dell’Unicorno bisogna esserci e probabilmente torneremo anche l’anno prossimo! Perché un weekend come questo mi regala le energie mentali per affrontare gli ultimi giorni in ufficio.

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mercoledì 18 luglio 2018

Le serie TV che ho visto di recente - parte 2



Photo by JESHOOTS.COM on Unsplash

Tempo fa vi avevo promesso un secondo post sulle serie che stavo seguendo. Per vari motivi lo sto scrivendo solo ora, ma non ho mai smesso di macinare episodi su episodi; né da sola né con Lui. Di seguitop vi racconto le serie che mi/ci hanno appassionato di recente.



The Good Place
Questa serie è stata una rivelazione. Io e Lui abbiamo iniziato a guardarla spinti più dalla necessità di una sit com leggera per accompagnare la cena, che da un reale interesse. Due stagioni, pochi e brevi episodi: l’ideale. Ma The Good Palce si è rivelata molto più di questo. Il concept della serie vuole approfondire in modo leggero, divertente e a tratti irriverente, quesiti di filosofia morale. No, non è un prodotto noioso, se ve lo state chiedendo, e di sicuro non manca di originalità. L’inizio è già qualcosa di mai visto prima: la protagonista Eleanor Shellstrop (una Kristen Bell eccezionale) è morta e si risveglia in Paradiso, il Good Place del titolo, appunto; peccato che Eleanor in vita non abbia tenuto un comportamento ineccepibile, anzi, e lei ne è ben consapevole. Rendendosi conto, quindi, di trovarsi nel posto sbagliato per uno scambio di identità, Eleanor cercherà di rimediare, imparando ad essere una persona migliore. Ovviamente questo suo percorso di miglioramento sarà costellato di gag, battute, situazioni al limite del paradossale e personaggi esilaranti, il tutto condito con due finali di stagione sorprendenti. Con leggerezza e con uno humor estremamente elegante, The Good Place vuole fare riflettere sul nostro comportamento, su come ci relazioniamo con gli altri e su quanto consideriamo giusto o sbagliato. E poi è stata rinnovata per una terza stagione. Insomma, The Good Place è una serie da vedere.
Voto 10



Westworld 2
È un dato di fatto che HBO sforna un successo dopo l’altro. Forte di una serie come Game of Thrones, l’emittente statinutense pare voler alzare costantemente l’asticella. Il problema nasce quando occorre bissare un successo planetario come Westworld. La prima stagione era stata pazzesca: bella, avvincente, incasinata al punto giusto. Ci costringeva a guardare subito l’episodio successivo per sapere, per capire cosa stava succedendo. La seconda stagione ha, ahimè, perso invece parte di quel mordente. Nell’ampliare lo spazio (e il tempo) e i personaggi, gli autori hanno reso la trama troppo confusionaria e difficile da seguire. Ci si perde nelle varie linee temporali, nel capire chi è davvero umano oppure un host; alcune digressioni, come quella nello ShogunWorld, sono risultate quasi inutili allo sviluppo principale. Io e lui abbiamo fatto veramente fatica a seguirla, al punto che non sempre avevamo voglia di vedere l’episodio successivo. Non che sia stata completamente da buttare questa seconda stagione, ma da un progetto come Westwolrd e dalla HBO mi aspettavo qualcosa di più.
Voto 6,5



New Girl
Ancora una sit com. Sì perché alle volte c’è bisogno di alleggerire l’atmosfera con qualcosa di divertente, non siete d’accordo? Conosco New Girl da quando la trasmetteva MTV, ma non l’ho mai seguita in modo continuativo. Complice Netflix che distribuisce le prime 6 stagioni, ho deciso di riguardarla e di concludere poi con la settima grazie al santo streaming (lo so che non si dovrebbe fare ma pazienta). Le prime sei stagioni sono esilaranti, ben scritte e molto ben interpretate. I personaggi funzionano, da soli ma soprattutto nelle interazioni tra loro. Jess, Nick, Schmidt e Winston sono assolutamente e volutamente esagerati, adorabili e non stancano, cosa non scontata per una sit com di sei stagioni. La trama, per quanto vagamente ripetitiva, scorre bene per tutte le sei stagioni. La settima stagione invece non funziona a dovere. È tutto troppo. Troppo esagerati i personaggi, troppo caricaturali, troppo inverosimile la trama. Troppo tutto. Però almeno chiude tutte le storyline, anche se l’episodio finale è risultato un po' meh … comunque io adoro Winston, e Cece. Ma soprattutto Winston.
Voto 7.5



The Handmaid’s Tale 2
Ndr: mentre vi scrivo è già andato in onda il season finale, ma ancora non l’ho visto, quindi le mie considerazioni non ne terranno conto. Temevo molto questa seconda stagione, perché si avventura su un sentiero inesplorato: la prima seguiva pari pari il romanzo della Atwood, e si concludeva esattamente dove l’autrice aveva terminato le sue pagine. Quindi questi nuovi tredici episodi erano un’incognita e un bel rischio che la produzione si è assunta. Devo dire che non mi ha deluso affatto. Gli autori hanno approfondito il regime dittatoriale di Gilead, mediante l’introduzione di nuovi personaggi, come Eden, la moglie bambina di Nick, o l’utilizzo di luoghi solo accennati in precedenza, come le colonie. Abbiamo potuto conoscere meglio i perversi meccanismi di questa dittatura teocratica, le regole, le cerimonie e tutto quanto viene messo in pratica per piegare la volontà delle persone, ed è agghiacciante. Tremendamente agghiacciante. Ma soprattutto abbiamo approfondito i personaggi femminili della serie, che sono decisamente i più interessanti. Gli uomini di The Handmaid’s Tale sono, credo volutamente, piatti, monotematici, non hanno uno sviluppo nel corso degli episodi, una crescita personale, un cambiamento; le donne invece hanno mille sfaccettature, e mille modi diversi di interagire tra loro. June/Offred, con la sua ferrea volontà di opporsi a Gilead inserendosi in qualunque spiraglio di libertà le venga concesso; Serena Joy e il suo modo perverso di approcciarsi a June, in continuo oscillare tra il considerarla un oggetto di sua proprietà o un’alleata contro un sistema che le si è ritorto contro. E poi Emily, Zia Lydia, Janine, Moira e tutte le altre donne, bucano lo schermo e hanno davvero qualcosa da raccontare, sia per quello che sono, ma soprattutto per quello che sono state prima di Gilead e che non riescono davvero a smettere di essere. Come è già stato detto molte volte The Handmaid’s Tale ha come scopo principale quello di raccontarci una storia che non è poi così lontana dalla nostra società attuale, non c’è un baratro tra noi e loro, ma solo pochi piccoli passi. Riflettiamoci.
Voto 10



Smash
Questo è stato il classico recuperone estivo: Smash è una serie del 2012, composta da sole due stagioni. L’avevo in parte seguita quando era stata trasmessa da Mediaset Premium, ma non fino alla fine e mi era sempre rimasto il tarlo. Ok, non sto parlando di una serie imperdibile, di quelle che rimangono nell’immaginario collettivo per anni; ma Smash è un prodotto leggero e godibile, una di quelle serie di cui ogni tanto si sente il bisogno, patinata e romantica al punto giusto. E poi trattandosi di soli 36 episodi in tutto, sarebbe stato un vero peccato non chiuderla. Warning: se non amate i musical o i film dove cantano e ballano state lontani da questa serie! Smash infatti è ambientato a Brodway e racconta la produzione di un musical dalla nascita dell’idea, fino alla messa in scena vera e propria. Viene raccontato il lavoro che c’è dietro la produzione di un musical, le prove, i workshop, le difficoltà tecniche e quelle finanziarie, il tutto intrecciato con le vicende dei protagonisti, che si muovono sullo sfondo di una New York scintillante e molto glamour. Molti, anzi moltissimi gli intermezzi musicali, anche tre o quattro a episodio, come è giusto che sia per una serie basata sul musical, nella quale gli interpreti sono per la maggior parte veterani di Brodway. Insomma, se amate il musical e la magia del teatro Smash fa per voi!
Voto 8
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giovedì 5 luglio 2018

Comparanoia




Comparanoia: una bellissima parola in lingua inglese che riassume perfettamente quella condizione, comune a molte persone, che si potrebbe definire paranoia da confronto; il confronto, spesso inutile, che facciamo tra noi e gli altri, e che ci fa sentire del tutto inadeguati. Guardiamo le altre persone, quello che sono, quello che fanno, ci sentiamo inferiori e veniamo presi dall’invidia, il mostro dagli occhi verdi che non ci permette di essere sereni con noi stessi.

Perché ammettiamolo: se l’erba del vicino è sempre più verde, le vite degli altri sono sempre più interessanti delle nostre; il vicino di casa ha la macchina più figa, la collega si veste meglio di noi, il tipo in palestra è più fisicato … e potrei continuare per ore. Insomma, ci guardiamo attorno e chiunque sembra migliore di noi.

Nell’era dei social, poi, la cosa è portata all’estremo. Scorriamo la home di facebook o instagram e vediamo persone sempre felici, belle, in forma, che viaggiano, acquistano, vivono una vita al 100% e a noi sembra sempre di arrancare. Eccola la comparanoia: guardiamo quello che abbiamo noi, quello che facciamo, quello che siamo e non ci sembra mai abbastanza.
Noi non siamo abbastanza: abbastanza belli, abbastanza ricchi, abbastanza interessanti …
La nostra autostima scivola velocemente sotto le scarpe e pensiamo di dover fare qualcosa per risollevarla. Le opzioni a quel punto sono due:
  • Rimboccarsi le maniche per cercare di migliorarci e raggiungere gli obiettivi (raggiungibili) che vogliamo;
  • Denigrare chi ci sembra migliore, così da sentirci noi i migliori sottolineando i difetti altrui.
La seconda purtroppo è una pratica comune, ed è diffusa in moltissimi ambienti.

Nemmeno il cosplay ne è esente, anzi; tra liti, flame, pettegolezzi e organizzazioni che si lanciano insulti a vicenda ce ne è per tutti i gusti. Sembra che sia quasi più rilevante chi la dice più grossa rispetto a chi ha il cosplay fatto meglio. Quasi come se denigrare chi ci sta antipatico migliori la qualità dei nostri lavori, indipendentemente dalla realtà dei fatti.
E tutto ciò non è bene. Il confronto sano dovrebbe portare a migliorare noi stessi, dovrebbe spingerci a superare i nostri limiti e ad alzare quella famosa asticella, in qualunque ambito noi vogliamo cimentarci, e non farci denigrare gli altri solo per sentirci meglio. Anche perché questo comportamento non ci aiuterà: se siamo insoddisfatti di noi stessi possiamo sentirci meglio solo migliorandoci. Il vicino ha l’erba più verde? Impegniamoci di più a curare il nostro prato; quel ragazzo che vediamo in palestra ha un fisico migliore del nostro? Diamoci da fare con l’allenamento. Far sembrare gli altri inferiori a noi non servirà a nulla perché ci sarà sempre qualcuno più bravo, più bello, più ricco, più …

Dobbiamo poi renderci conto che quello che vediamo sui social è solo una parte della vita degli altri, e nello specifico la parte che loro scelgono di mostrarci. Se guardate il mio profilo Instagram, ad esempio, penserete che io sono sempre in giro, sempre in viaggio, sempre a fare cose. Quello che vi mostro sono le mie foto dei viaggi, delle fiere a cui partecipo, delle uscite sulla neve, delle cene e degli aperitivi… quello che non vi dico è che magari il viaggio l’ho fatto un anno prima e le foto sono da mesi in attesa di essere postprodotte; o che l’ultima foto che ho messo di me in cosplay è di una fiera di due mesi fa. Di sicuro non vi faccio vedere la serata che passo sul divano, in pigiama, con il viso devastato dalla stanchezza e l’odio verso il genere umano.
La vita che vediamo degli altri, soprattutto quelli che conosciamo poco, è una sola faccia della medaglia, la faccia che loro vogliono farci vedere, un lato bello, accuratamente selezionato. Ma non possiamo mai sapere qual è l’altra faccia della medaglia, cosa c’è dietro ad una vita che ci sembra perfetta.

Non facciamoci prendere dall’ansia da confronto e non cerchiamo a tutti i costi di sminuire ciò che gli altri sono. Guardiamoci allo specchio in maniera critica e cerchiamo i nostri punti di forza da far valere e quelli deboli su cui possiamo lavorare.
Tutto il resto è solo noia … anzi comparanoia!

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domenica 24 giugno 2018

A rieccome!!!


Sono stata poco attiva su questo blog ultimamente perché la mia testa e le mie energie erano impegnate in altro: un paio di viaggetti di cui spero di parlarvi nei prossimi post, ma soprattutto cosplay, tanto cosplay.
Quando ho iniziato due anni e mezzo fa, ero in un momento della mia vita in cui cercavo nuovi stimoli; non ero contenta di quello che avevo e sentivo il bisogno di cambiare; ero stata ad un paio di fiere e un’attività creativa e ricreativa come quella mi era sembrata un’ottima alternativa.  


L’ultima cosa che mi aspettavo, però, era che diventasse uno dei miei hobby principali, al quale dedicare molto tempo, energie e soldi.
Il cosplay è stata un’occasione per conoscere nuove persone e stringere nuove amicizie. E anche se la maggior parte è rimasta, e credo rimarrà, confinata all’ambito fieristico, con alcuni cosplayer si è instaurato un bel rapporto di amicizia che è andato ben oltre le fiere.


E nonostante alcune (poche) persone e alcuni brutti episodi capitati di recente, l’ambiente del cosplay è bello, divertente e più sano di molti altri. La competizione c’è, ed è spesso feroce, ma nelle gare a cui ho partecipato, ho trovato non solo cosplayer bravissimi ma anche belle persone, e gareggiare è stato un piacere.


Un paio di premi vinti e la costante voglia di migliorarmi e di alzare sempre di più l’asticella, mi hanno messo in testa nuove idee e progetti da realizzare; e per farlo avrò bisogno di conoscere nuovi materiali, imparare a lavorarli e acquisire skills che non pensavo nemmeno di voler possedere!



Insomma, quello che credevo fosse solo un divertimento per nerd si sta rivelando un interessante banco di prova e io non vedo l’ora di rimettermi al lavoro!
  

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domenica 27 maggio 2018

Lettera aperta ad una amica in difficoltà


Sarebbe bello poterti dire che quello che stai provando ora è l’eccezione, una caso particolare, qualcosa che non sarebbe dovuto accadere; mi piacerebbe dirti che non soffrirai mai più, che tutto andrà bene e che sarai sempre felice.
Ma mentirei.
Nella vita ti troverai ad affrontare molti momenti di sconforto, per motivi differenti; c’è chi è più fortunato, e
ne vive di meno, e chi invece viene messo alla prova di più; ma tutti prima o poi hanno affrontato l’angoscia di una perdita,
di una delusione, di qualcosa che non va come desiderato. Tutti si sono disperati, hanno pensato che tutto fosse perduto,
ma si sono rialzati, con qualche ammaccatura in più, e sono andati avanti.
Tra tutte le delusioni, quelle d’amore sono forse le peggiori, perché minano la tua autostima:  
non è mai piacevole sentirsi rifiutati, vedere che i propri sentimenti, così belli e così puri, non vengono corrisposti.
Ma questo ti voglio dire: tutto il dolore che senti adesso, tutta l’angoscia che ti attanaglia passerà.
Non so dirti come, non so dirti quando, ma posso assicurarti che passerà.
E tu sarai più forte, più consapevole della donna che sei e di cosa vuoi.
Tutto questo ti servirà per crescere, per capire cosa è giusto per te e che tipo di persona vuoi accanto;
ti renderà una donna forte e sicura di te, capace di scegliere e di mettere se stessa prima di tutti gli altri.
Ti guarderai indietro e ripenserai a questo momento con nostalgia, congratulandoti con te stessa per averlo superato.
Non lasciarti abbattere! Non credere di non essere abbastanza solo perché una persona non ricambia i tuoi sentimenti.
Sei bella, sei in gamba e sei più forte di quello che pensi.
Non lasciare che sia il pensiero di una sola persona a determinare il tuo valore, perché tu vali molto più di quello.
Il tuo valore lo determini tu, con le tue azioni e i tuoi principi, con il tuo essere la persona che vuoi essere
e non in base a quello che pensa qualcun altro di te.
Sei giovane, tanto, e alla tua età tutto è un assoluto.
I sentimenti che provi hanno una forza e una spensieratezza che crescendo purtroppo perderai.
Adesso ti sembra tutto troppo grande e troppo intenso; ti sembrerà di non riuscire a sopportarlo.
Ma ti assicuro che non è così.
Affronterai la tempesta e la supererai; conoscerai altre persone, ti innamorerai di nuovo, e probabilmente soffrirai ancora.
Verrai lasciata e lascerai a tua volta; darai dei due di picche e ne prenderai.
E con il tempo imparerai a gestire il dolore, a relativizzarlo e ad andare avanti con esso, nonostante esso.
Non farà meno male, ma crescendo si diventa più razionali e si impara a chiudere il dolore in un cassetto e andare avanti.
Non so dirti se è meglio o peggio, perché invecchiando si perde molta della magia dell’adolescenza,
ma si diventa più capaci di sopportare i momenti bui.
E anche se pensi che ora sia tutto perduto, non lo è.
Le cose cambieranno, perché devono cambiare, e tu dovrai imparare che devi ripartire ogni volta da te stessa.
Imparerai che la vita va avanti, nonostante tutto, e che quello che adesso ti sembra impossibile,
passo dopo passo, sarà più facile di quanto pensi.

Ricordati sempre che sei tu la persona più importante, ed è di te stessa che devi prenderti cura.

Photo by Ben Rosett on Unsplash
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domenica 4 marzo 2018

Le serie tv che ho visto di recente - parte 1




È da un po’ di tempo che pubblico molto poco qui sul blog, e principalmente post molto brevi.
Questo inizio 2018 è stato, ed è tutt’ora, un periodo intenso e frenetico; vuoi per il lavoro, che per fortuna non manca; vuoi perché Lui si è trasferito a casa mia, momentaneamente, e quindi abbiamo entrambi cambiato leggermente le nostre abitudini, adeguandoci a quelle dell’altro; vuoi perché mi sto dedicando ad un nuovo cosplay che mi sta portando via tutto il tempo libero … se poi ci mettiamo le uscite, le fiere, le giornate sulla neve … insomma, a casa Grey siamo parecchio impegnati ultimamente!
Ma nonostante gli impegno ci stiamo divorando serie tv come se non ci fosse un domani! Quindi volevo parlarvi di alcune che ho seguito negli ultimi tempi. Dato che sono molte, dividerò il post in due.
Queste sono le prime quattro



STAR TREK: DISCOVERY
È stata sicuramente LA serie evento di questo autunno/inverno. Un ritorno tanto atteso (quello dell’universo di Star Trek) quanto controverso. Se ne è tanto parlato, in bene e in male, e questo significa che, comunque sia, è stato un successo. La serie si colloca temporalmente tra Enterprise e la Serie Classica, in piena guerra Klingon, ed è ambientata sulla Discovery, nave spaziale della neonata Federazione. Non mi dilungo sulla trama della quale si è ampiamente parlato; di sicuro Netflix ha creato un prodotto ottimo, visivamente impeccabile, con una trama solida e un cast eccellente. Per quel che mi riguarda adoro Lorca e Tilly, mentre odio la Burnham. Gli effetti speciali sono splendidi e richiamano molto gli ultimi film della saga, quelli diretti da J.J.Abrams. Ovviamente non tutto è stato spiegato e la stagione si chiude con un cliffangher, ma i tentativi di inserirla in continuity ci sono. Non ci resta che attendere la stagione 2 prevista, però, non prima del 2019.



BIG LITTLE LIES
È la serie che insieme a The Handmaid’s Tale ha vinto più premi nel 2017. Sì lo so che non è proprio una novità, ma ho approfittato di una lieve influenza che mi ha costretto in casa tre giorni per recuperarla. Iniziamo con il dire che è una miniserie, sette episodi da 50 minuti ciascuno, in puro stile HBO. La trama è bella, un thriller ambientato a Monterey, tra la ricca borghesia californiana. Ed è proprio in questa società dove tutti devono necessariamente apparire perfetti, con vite perfette, in case perfette accanto a partner perfetti, che si dipana la storia di cinque donne accomunate da una vita che così perfetta non è, fino al tragico finale. Big Little Lies è, a tutti gli effetti, un piccolo capolavoro, come solo HBO è in grado di darci, recitato magistralmente da un cast stellare, a riprova che i grandi attori hollywoodiani sono sempre più attratti dalle serie tv; e che queste ultime sono ormai diventate una vera e propria alternativa al cinema.



GIPSY
Un altro thriller psicologico, un’altra protagonista femminile interpretata da un’attrice di Hollywood, la bellissima Naomi Watts; un’altra serie breve ma intensa, un’originale Netflix uscita già da qualche tempo ma che sono riuscita a recuperare solo di recente. La storia è semplice: una psichiatra annoiata della sua perfetta vita newyorkese, si crea una doppia identità ed inizia ad intrecciare relazioni pericolose con persone appartenenti alla vita dei suoi pazienti, mettendo in crisi il suo matrimonio e rischiando la professione. Tutta la serie si regge su Naomi Watts, bella in modo assurdo, magnetica e sensuale. Ottima anche la fotografia, luminosa e leggera quando Naomi è Jean, densa, appiccicosa e colorata dai neon quando la Watts è Diane. Forse non sarà la serie tv dell’anno, ma si presta molto bene ad un binge watching. Peccato solo che Netflix non l’abbia rinnovata per una seconda stagione.



MARVELOUS MRS MAISEL
Sembra che in quest’inverno mi sia dedicata solamente a serie con personaggi femminili, e forse è davvero un po’ così. Della Meravigliosa Signora Maisel ne avevo sentito parlare a lungo perché anche questa serie ha fatto incetta di riconoscimenti sia agli Emmy che ai Grammy Awards e, complice un weekend dove Lui non c’è stato, me la sono letteralmente divorata. Diciamo innanzitutto che è una serie Amazon TV, e che ho guardato grazie al Suo abbonamento Prime; diciamo che gli autori sono quei Palladino che crearono quel fenomeno degli ani 2000 che fu Gilmore Girls; diciamo poi che la serie è ambientata nella New York degli anni 50 … ed ecco servita una serie deliziosa, con una protagonista eccezionale e dalle atmosfere piacevolmente vintage. Un piccolo gioiellino che vi straconsiglio, soprattutto se come me avete amato alla follia Gilmore Girls.

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